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pasolini in paris
23 juin 2023

A CAPOFITTO DELLE POESIE

 

vomito dal cervello

per liberare questa pena 

innamorarmi poi una volta al giorno 

di sconosciuti

e abbandonarli come cani sull’autostrada

d’estate.

qualcosa rimane

un flusso unico e solo

imprimere i pensieri di un cauchemar 

ecco perché devo scrivere.

liberarsi delle sensazioni,

prendere il tempo

tra le mani e schiaffeggiarlo. 

il sole mi lecca e mi accarezza senza imbarazzo.

cammino alla ricerca di un volto noto

ma non conosco nessuno, nessuno mi vede, 

neanche i machinini nudi nelle vetrine del boulevard.

sconfitta davanti al mio frigo vuoto,

affaticata dall’odore stagnante.

la stessa sensazione eterna in mancanza di idee.

non ho idee, ho troppe idee,

ma la stanchezza mi strangola 

e preferisco il sonno alla costanza.

amare la solitudine e farsi del male.

mettendomi lo smalto, capisco come non sia possibile rispettare i bordi. la goccia che ricopre la pelle è inevitabile.

amarsi ma non volersi,

vedersi lontani da se stessi 

senza compromessi.

mancanza di tempo

o meglio di un tetto 

che accolga le mie speranze e gli abusi disillusi

scrivo un versetto piuttosto che dare un sostegno

la casa sprofonda ma mi i miei pensieri sono cosi duri

che si tengono in piedi da soli

rimpatriata da un paese straniero,

dopo una notte riflessiva 

mi trovavo lontano da me

in un posto mai visto, 

mi sentivo nuova e pulita.

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